Il contratto a puntate: come ti impapocchio una categoria di creduloni! Il tanto sbandierato
“aumento” di 124 euro comprende i cento circa già arrivati a dicembre scorso.
Il 14 luglio è stato firmato il CCNL 19/21 scaduto il 31 dicembre 2021. Hanno firmato tutti i
sindacati “rappresentativi” tranne la Uil Scuola Rua che, così facendo, guadagna il plauso dai
colleghi più sprovveduti. Infatti siamo certi che ben presto anche tale organizzazione si unirà alle
altre, non potendo restare fuori dalla contrattazione nazionale dai benefit garantiti a chi sottoscrive
contratti così indecenti.
Una prima analisi di quanto firmato ci porta alle seguenti conclusioni:
• continua la prassi ormai in uso da anni di firmare in forte ritardo il contratto di lavoro; abbiamo il
contratto 19/21 alla fine del 23, cioè un contratto scaduto da oltre 2 anni, firmato quasi alla fine del
triennio successivo che produrrà effetti solo da fine anno. Si continua, quindi, a risparmiare sulla
pelle dei lavoratori della scuola, incrementando le mansioni nei vari profili, precarizzando figure
fondamentali ma a fronte di risibili aumenti!
• Non c’è propria nulla da festeggiare in questo contratto. Il riconoscimento economico pattuito è
offensivo e ci tiene ancora molto lontani dalla media europea, anzi ribadisce l’impoverimento
progressivo dei salari. Nonostante l’enorme battage pubblicitario che ha accompagnato la stipula
del contratto, che vuole presentare i lavoratori della scuola ricoperti di denaro mentre se ne stanno a
pancia all’aria per tre mesi, la triste realtà è sotto gli occhi di tutti, basta volerli tenere aperti!
L’ipotesi di contratto firmata completa la sequenza contrattuale per i settori Istruzione e ricerca
avviata con l’accordo economico sottoscritto nel dicembre 2022 e porterà soltanto a:
• – aumento RPD docenti: in media 13,90 euro mensili a decorrere dal 1° gennaio 2022; – aumento
CIA personale ATA: in media 8,37 euro mensili a decorrere dal 1° gennaio 2021; – aumento
indennità di funzione per i DSGA: in media 49 euro mensili per 13 mensilità a decorrere dal 1°
gennaio 2021; – una tantum: 63,84 euro per i docenti, 44,11 euro per il personale ATA. Abbiamo
un’inflazione reale che si attesta almeno sull’11% e con questo umiliante contratto saremo in una
situazione ulteriormente deficitaria.
• Si persegue il progetto di frammentare e spezzettare la categoria dei lavoratori, importando nel
sistema scuola procedure e sistemi organizzativi tipici del mondo aziendale. Si creano così figure ad
hoc come quella del collaboratore scolastico “esperto” che, a fronte di un ridicolo riconoscimento
economico, avrà il compito di coordinare le attività di tutti gli altri collaboratori scolastici o, tra gli
insegnanti, le funzioni del docente tutor e del docente orientatore: una differenziazione gerarchica
istituita per legge e subito recepita a livello contrattuale, senza colpo ferire, dai sindacati firmatari.
• L’unica nota positiva è il diritto a tre giorni di permesso retribuito esteso anche ai docenti a tempo
determinato (chiaramente sono esclusi i supplenti con incarico assegnato dal D.S.). Ma anche
questo è paradossale, visto che si stabilisce un diritto che non può essere usufruito perché il
contratto riguarda il triennio 2019/21!
• Mentre si portava a termine un contratto così miserevole, già scaduto da oltre 2 anni, negli stessi
giorni il mondo della politica, con una trattativa lampo, aumentava di €. 1300 netti lo stipendio dei
capigruppo dei partiti in Parlamento. A dimostrazione di quanto sempre più profonda si faccia la
distanza tra la casta dei mestieranti della politica e il mondo reale di quanti devono fare i conti con
stipendi inadeguati, inflazione galoppante, abbattimento delle conquiste e dello stato sociale,
precarizzazione delle esistenze.
Cosa dobbiamo ancora vedere e subire prima di stracciare le tessere dei sindacati concertativi,
battere la cialtronaggine dei partiti e favorire, invece, la partecipazione di base e autogestionaria dei
lavoratori onde modificare realmente lo stato presente delle cose?
p. l’Esecutivo Nazionale Unicobas Stefano d’Errico – Stefano Lonzar
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